Cosa facciamo

  1. Tirocinio formativo e assistenza a medici locali

Nelle due settimane passate nei campi, abbiamo effettuato attività di tirocinio presso l’ospedale regionale di Auserd, affiancando i medici locali e, all’occorrenza, coadiuvandoli nella gestione dell’ospedale quando il numero di operatori saharawi era esiguo. Il coinvolgimento di molti studenti del sesto anno, di supporto ai più giovani, di medici abilitati e di un’infermiera, si è rivelato a nostro avviso un ottimo punto di partenza per il sostegno al lavoro sanitario degli operatori sanitari saharawi. Confidiamo in futuro di organizzarci meglio per poter prolungare il sostegno nel corso dell’anno.

In una occasione, inoltre, abbiamo avuto la possibilità di collaborare con la delegazione di medici cubani che lavora all’Ospedale Nazionale di Rabouni ponendo le basi per un lavoro anche in futuro. Sempre a Rabouni abbiamo affiancato un’equipe di oftalmologi spagnoli che da molti anni si reca nei campi per assicurare assistenza sanitaria. Questo ci ha permesso peraltro di mettere in pratica il “fare rete” nei campi: ogni volta che incontravamo un paziente oftalmologico, abbiamo così avuto la possibilità di fissargli un appuntamento specialistico in visita da questa equipe, oltre che dai medici saharawi già presenti ad Auserd. 

2. Progetto scientifico

Nel corso dello svolgimento del tirocinio abbiamo effettuato uno screening per il diabete di tipo II sulla popolazione, coprendo tutte le daire di Auserd (La Guera, Tichla, Agounit, Zug, Mejik e Bir Gandouz). Ogni giorno ci dividevamo in tre gruppi, due dei quali effettuavano le visite nella case/tende delle famiglie saharawi in maniera randomizzata e il restante gruppo effettuava le visite nel dispensario della relativa daira. Nel corso di questo programma di screening abbiamo visitato 273 pazienti, i cui dati vengono analizzati dalla commissione scientifica del nostro gruppo in collaborazione con docenti dell’Università di Tor Vergata che supportano il progetto. Abbiamo inoltre analizzato le cartelle cliniche conservate negli archivi dei dispensari della provincia di Auserd, registrando un totale di 289 pazienti con pregressa diagnosi di diabete. Le cartelle sono in analisi, grazie alla collaborazione con il Prof. Cortese di Tor Vergata, nell’ottica di produrre un articolo scientifico.
Nel contesto dello studio sulla prevalenza del diabete di tipo I e II nella popolazione saharawi e la sua possibile correlazione con il contenuto di metalli pesanti presenti nell’acqua potabile, abbiamo avviato uno studio sulla qualità dell’acqua disponibile nei campi profughi. Uno membro del gruppo, specializzando in Igiene e Sanità Pubblica presso l’Università di Tor Vergata, ha prelevato sei campioni di acqua, alla fonte (El Ayun) e in diversi punti di distribuzione per analizzarli nei laboratori dell’università.
Un nuovo ramo del progetto scientifico riguarda uno screening per la patologia ipertensiva, sul modello del lavoro del diabete, finalizzato a estrapolare dati e educare la popolazione circa i fattori di rischio comportamentali.

3. Raccolta mirata di farmaci

Contribuiamo al rifornimento delle scorte di farmaci dei presidi sanitari locali dei campi profughi nella provincia di Tindouf (Algeria). Disporre di riserve adeguate di farmaci è uno strumento imprescindibile per la gestione dell’assistenza sul territorio di cui i medici saharawi, seppur molto preparati dal punto di vista scientifico, spesso si ritrovano privi. La scarsa disponibilità dei farmaci di uso più comune determina dunque sia la difficoltà nel trattamento di condizioni morbose acute ma anche -e soprattutto- la quasi totale impossibilità di garantire un adeguato trattamento di quelle patologie croniche che, necessitando di terapie continuate nel tempo, purtroppo difficilmente vengono portate avanti per la mancanza di scorte sufficienti.

Durante la nostra esperienza nei campi siamo riusciti a farci un’idea delle principali criticità del sistema di rifornimento delle scorte; una buona parte dei farmaci che viene tutt’ora utilizzato negli ospedali Saharawi infatti deriva da donazioni private di associazioni umanitarie di varia provenienza, molto spesso senza un vero e proprio coordinamento tra esse, ed i farmaci raccolti alle volte non hanno attinenza con quelle che sono poi le reali necessità terapeutiche.

Ci siamo riproposti dunque di stilare una lista dei farmaci principalmente utilizzati. Per far ciò ci siamo basati sulle richieste degli operatori sanitari locali, confrontandole con una stima delle prescrizioni più frequenti estrapolate dall’esame delle cartelle cliniche dei pazienti alle quali abbiamo avuto accesso.

Il farmaci più utilizzati per condizioni acute sono sicuramente i FANS (paracetamolo e ibuprofene in primis) ed antibiotici di vario tipo (amoxicillina e macrolidi principalmente), di cui si fa largo uso e di cui vi è abbondante richiesta.

Per quanto riguarda invece il trattamento in cronico, le condizioni più diffuse sono patologie cardiovascolari, soprattutto di natura ipertensiva, ed il diabete mellito di tipo II. I farmaci più largamente prescritti dai medici locali sono pertanto, nell’ordine, ACE inibitori, calcio antagonisti, diuretici e, per quanto riguarda il trattamento del diabete, la metformina e la glibenclamide.

Quelli citati sono soltanto i farmaci di cui c’è maggior bisogno, ma accanto a questi c’è certamente anche necessità di beta-bloccanti, broncodilatatori, mucolitici, antidiarroici.
Nei mesi antecedenti la partenza abbiamo raccolto da diversi enti donatori, tra cui il Centro Missionario Medicinali di Firenze, circa 200 kg di farmaci da portare nei campi profughi saharawi. Al nostro arrivo i farmaci sono stati consegnati all’ospedale regionale di Auserd. Durante la nostra permanenza nelle strutture sanitarie abbiamo raccolto ulteriori informazioni relative alle carenze di categorie specifiche di farmaci con cui aggiorneremo la lista per le prossime raccolte, secondo anche i feedback del Vice-Ministro della Sanità saharawi, incontrato a Rabouni, col quale abbiamo stabilito l’iter che i farmaci dovranno ogni anno seguire, attraverso la comunicazione della lista alla farmacia centrale.

4. Progetto di formazione dei mediatori saharawi

Aderiamo all’iniziativa della Rete Nazionale operando in concerto con l’associazione Looking4 per quanto riguarda la formazione dei mediatori linguistici Saharawi, portando un contributo in ambito sanitario, ed estendendola anche ai ragazzi partenti. La formazione è proposta da medici abilitati e verte su: questioni comportamentali quali abitudini igieniche, gestione dell’acqua, attenzione alle criticità di alcuni cibi rispetto ad altri, corretto utilizzo di un bagno privo di rete fognaria; gestione dei farmaci nei dispensari, quindi inventario, rimozione di quelli scaduti, informazione e corretto utilizzo; gestione di norme comportamentali anti-COVID; rianimazione BLS, ustioni e ferite.

5. Screening pediatrico per malformazioni cranio-facciali

Lo screening pediatrico è stato effettuato in tre principali momenti. Il primo nella visita alla palestra di boxe di Smara e a seguire, in due differenti giornate, nella scuola elementare di Zug, dove abbiamo visitato un totale di 300 bambini, frequentanti diverse classi. Accanto a queste tre grandi occasioni di incontro con soggetti pediatrici sani abbiamo sottoposto a questo screening anche i bambini che si presentavano negli ambulatori dell’ospedale regionale di Auserd. Da questa ricerca è emerso che i bambini affetti da malformazioni o altre patologie tra cui le neurologiche, difficilmente arrivano all’attenzione dei medici, in quanto vengono tenuti più protetti nelle loro abitazioni. È nostra intenzione pertanto approfondire lo studio e avviare collaborazioni con chirurghi dell’università di Tor Vergata per creare un canale che possa dare una possibilità di trattamento ai bambini affetti.

6. Progetti in via di sviluppo:

Rifiuti
Parlare di gestione dei rifiuti nei campi profughi nel deserto, con condizioni di vita difficili, aggravate dalla ripresa dei conflitti e dalla pandemia, potrebbe non essere considerata una priorità rispetto ai bisogni primari della popolazione. È, però, un argomento strettamente legato all’ambiente ed alla salute e non dovrebbe essere tralasciato.
In tutto il mondo ed in particolar modo nei Paesi del Terzo Mondo, il tasso di generazione dei rifiuti
sta crescendo in maniera esponenziale.
Durante i numerosi viaggi, abbiamo constatato come anche nei campi rifiuti nel tempo siano molto aumentati. Essi vengono spesso abbandonati nel deserto e trascinati dal vento ai piedi delle dune o, peggio ancora, bruciati fuori dai villaggi creando colonne tossiche di fumo tra la sabbia.

Il nostro progetto, partendo da queste considerazioni, consta di due fasi.

 
1. La prima fase consiste nel sensibilizzare gli abitanti sul concetto di differenziazione e di riciclo. Il nostro obiettivo è quello di contribuire a:
• differenziare i rifiuti: in tal modo l’organico potrà essere utilizzato nel nutrire gli animali da allevamento mentre plastica e vetro potranno essere riciclati;
• smaltire in modo corretto le lamiere di amianto ed altri materiali non riciclabili;
• ridurre le discariche di rifiuti nel deserto;
• combattere le combustioni di plastiche e altri rifiuti.

2. La seconda fase, più complessa, prevede invece la realizzazione di una proposta per affrontare in maniera definitiva la questione dei rifiuti e restituire alle popolazioni saharawi un modello di sviluppo di lungo respiro. L’idea di fondo è sempre che la permanenza nei campi dei saharawi sia a termine, e che possano tornare nella loro terra, perciò l’obiettivo sarebbe quello di realizzare, anche attraverso una raccolta fondi, un sistema esportabile di frantumazione della plastica nell’ottica della economia circolare (raccolta, frantumazione, ottenimento di nuova materia prima, vendita di materia prima seconda).
Si stanno attualmente affrontando discussioni sulle possibili opzioni tecniche adottabili. Sarà però contemporaneamente necessaria la ricerca di interlocutori istituzionali che possano assicurare un ponte solido su cui costruire le basi per un la definizione di tale progetto.

7. Attività in italia: eventi e collaborazione con la rete

Siamo attivi nella quotidianità nella battaglia di sensibilizzazione alla causa saharawi mediante un’assidua comunicazione social oltre che con l’organizzazione di eventi di incontro, dialogo, divulgazione. Siamo disponibili a collaborare con associazioni pro-saharawi appartenenti al circuito della Rete Nazionale e con chiunque proponga idee, occasioni, metta a disposizione tempo ed energie per far conoscere questo popolo che
 tanto abbiamo a cuore.